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Formazione e team building non sono la stessa cosa. E continuare a confonderli è il modo più rapido per perdere fiducia, soldi e credibilità. Ecco cosa cambia davvero — e cosa serve per costruire un team che funziona.

Spoiler: se vuoi risultati, chiama le cose con il loro nome.

In Italia c’è ancora molta confusione tra formazione aziendale e team building. C’è chi organizza una giornata frontale in aula e la chiama “team building”. Chi fa una lezione tecnica su Zoom e poi conclude con “abbiamo lavorato sullo spirito di squadra”.
Peccato che il team… non abbia nemmeno avuto lo spazio per interagire.

Chiariamo subito un punto fondamentale:

Formare non è unire.
Unire non è formare.

E se vuoi davvero ottenere un risultato — motivazione, coesione, apprendimento o cambiamento — devi sapere cosa stai facendo.

Formazione: imparare qualcosa di nuovo

Obiettivo: acquisire conoscenze o competenze specifiche.
Contesto: spesso frontale, con una figura che guida e contenuti da interiorizzare.
Cosa accade: si ascolta, si prende nota, si riflette, si mettono in pratica nuovi strumenti.

📌 Funziona se…

  • lo dici apertamente al team (“Oggi facciamo formazione su X”)

  • dai valore all’esperienza con materiali, follow-up, supporto

  • tratti i partecipanti da professionisti che stanno investendo nel loro ruolo

Team building: creare connessione

Obiettivo: migliorare la qualità delle relazioni, la comunicazione, la fiducia, lo spirito di collaborazione.
Contesto: esperienziale, orizzontale, creativo.
Cosa accade: si gioca, ci si muove, si ride, si collabora, si vive qualcosa di inaspettato insieme.

📌 Funziona se…

  • lasci spazio al corpo, all’ascolto, all’incontro

  • non si impone una performance, ma si semina una dinamica

  • si facilita, non si insegna

Quando le cose si confondono (e i risultati si perdono)

Chi parte per fare “formazione” e si ritrova a fare “il gioco del marshmallow” senza sapere perché, si sente preso in giro.

Chi vuole creare coesione e si ritrova seduto otto ore ad ascoltare un teorico parlare di “group dynamics”, si spegne.

👉 Le persone percepiscono se quello che stanno vivendo ha coerenza con l’obiettivo.
E se non c’è chiarezza, c’è solo disillusione.

Vuoi formare? Fallo bene.

Investi in formatori validi. Spiega al team cosa stanno ricevendo.
Dagli strumenti, tempo e continuità.

Vuoi unire il team? Fallo davvero.

Concedi spazio, libertà, esperienza.
Smetti di voler “correggere i problemi” con una giornata teorica.
Lascia che le persone si muovano, si scoprano, si stupiscano.

In conclusione?

Se vuoi formazione, paga la formazione.
Se vuoi connessione, crea esperienze.
Ma per favore: non spacciare l’una per l’altra.

Il team building non è un contenitore vuoto.
È un atto consapevole.
E se lo usi nel modo giusto… i risultati si vedono (e si sentono).

Ti interessa approfondire?

Sul blog trovi articoli dedicati al pensiero laterale, al cambiamento nei team, e a come le nostre esperienze immersive possono sbloccare ciò che la teoria da sola non riesce a smuovere.

Il team building non si fa con le slide

About the author : Caterina Cambareri

Attivista dell’Identità | Mentore | Mindfulness Coach | Meditation Instructor | Mindset & Identity Specialist

Aiuto le persone a riscoprire chi sono davvero, eliminando blocchi e condizionamenti. Niente formule magiche, solo un lavoro profondo sull’identità, il mindset e la consapevolezza per trasformare la propria vita in modo autentico e duraturo.