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Bloccata? Confusa? Sempre con lo stesso problema in loop?

Non sei “incapace”.
Sei semplicemente intrappolata in una struttura di pensiero che non ti permette di vedere oltre.
Ed è qui che entra in gioco il pensiero laterale: uno strumento, una competenza, una rivoluzione.

Cos’è il pensiero laterale (e perché tutti ne parlano)

Il termine è stato coniato da Edward de Bono negli anni Sessanta. Non è un modo poetico per dire “sii creativo”, ma un metodo preciso per pensare fuori dagli schemi senza aspettare l’ispirazione divina.

Il pensiero laterale rompe i tuoi automatismi.
Ti obbliga a guardare le cose da un angolo che non avevi nemmeno considerato esistente.

A differenza del pensiero logico (verticale), che va dritto da A a B, il pensiero laterale fa zig-zag:
– cambia le domande,
– accetta gli errori come parte del processo,
– e ti permette di vedere la soluzione fuori dal riquadro in cui eri incastrata.

Quando il pensiero logico non basta più

Il pensiero verticale funziona… finché il problema è chiaro.
Ma cosa succede quando:

  • Le opzioni sono tutte sbagliate?

  • Hai già provato tutto?

  • Non sai nemmeno da dove iniziare?

Succede che hai bisogno di un altro tipo di intelligenza. Una che non esclude l’assurdo, ma lo usa per creare.

Perché il pensiero laterale è l’arma segreta dei creativi (e dei leader migliori)

Il pensiero laterale ti permette di:

✅ trovare soluzioni inaspettate ai problemi noti
✅ riformulare completamente la domanda (che è già parte del problema)
✅ superare blocchi mentali e limiti appresi
✅ progettare nuove strade invece di forzare quelle vecchie

E no, non è una dote per pochi fortunati. Si può allenare.

Le tecniche più potenti per svilupparlo

  • I Sei Cappelli per Pensare
    Per affrontare un problema da sei punti di vista diversi (logica, emozione, creatività, rischio, dati, gestione).
  • Il Brainstorming “vero”
    Non quello aziendale imbarazzante. Quello dove ogni idea — anche la più stupida — è benvenuta.
  • La provocazione intenzionale
    Tipo: “E se chiudessimo domani?” — Domanda assurda, risposte geniali.
  • Il pensiero inverso
    Invece di cercare come risolvere… chiediti come peggiorare il problema. E poi capovolgi tutto.
  • L’input casuale
    Una parola a caso da un libro può diventare l’innesco per una soluzione brillante.

Perché non lo usi già?

Semplice: perché ti è stato insegnato che sbagliare è brutto, che tutto deve avere senso subito, che ci sono risposte giuste e risposte sbagliate.
Ma il pensiero laterale vive nel grigio, nella domanda che non hai ancora fatto, nell’errore che ti fa aprire un’altra porta.

E se ti dicessi che puoi usarlo da subito?

In azienda, nei team, nei progetti, nella vita quotidiana.
Ogni volta che ti trovi a dire:

“Non so più cosa fare”
“Sembra che non ci sia via d’uscita”
“È sempre la stessa storia”

…è lì che serve una deviazione laterale.

 In sintesi?

Il pensiero laterale non è un trucco.
È una competenza.
E se vuoi davvero evolverti — come persona, come professionista, come gruppo —
non puoi più permetterti di ignorarlo.

About the author : Caterina Cambareri

Attivista dell’Identità | Mentore | Mindfulness Coach | Meditation Instructor | Mindset & Identity Specialist

Aiuto le persone a riscoprire chi sono davvero, eliminando blocchi e condizionamenti. Niente formule magiche, solo un lavoro profondo sull’identità, il mindset e la consapevolezza per trasformare la propria vita in modo autentico e duraturo.