In questo articolo

E perché questo ci riguarda anche quando progettiamo il lavoro di un team

Fallire bene: il nuovo metro del successo

Negli Stati Uniti, fallire è parte integrante del percorso di crescita professionale.
Anzi: se non hai mai fallito, c’è qualcosa che non va.
Nel mondo delle startup, dell’innovazione e della leadership, il fallimento è visto come una tappa obbligata verso il successo.

“Fail fast, fail often.”
Fallisci in fretta. Fallisci spesso. Rialzati più forte.

Una filosofia che sembra motivante.
Ma… cosa succede quando la applichiamo ai team? Alle persone vere? Ai contesti aziendali meno idealizzati?

Il mito americano e il suo lato ombra

La cultura americana premia chi cade e si rialza, ma solo se poi riesce a dimostrare qualcosa.

Se fallisci e poi vinci, sei un modello.  Se fallisci e resti a terra, sei un peso.

Questa visione binaria produce effetti ambigui:

  • incentiva il rischio e l’innovazione, sì

  • ma anche l’ansia da performance, la vergogna del fallimento silenzioso e la paura di esporsi

E ora chiediamoci: che impatto ha tutto questo su un team?

Quando il fallimento non è permesso, il team si chiude

In un’azienda dove fallire è tabù:

  • nessuno propone idee fuori dagli schemi

  • nessuno chiede aiuto davvero

  • tutti si nascondono dietro a “quello che funziona” (o sembra farlo)

Senza sicurezza psicologica, il fallimento non è esperienza. È minaccia.

E in assenza di sicurezza, il team collabora meno, comunica peggio e produce molto sotto il suo potenziale.

Fallimento sano = spazio di apprendimento condiviso

Un team sano, invece, accetta la possibilità dell’errore come parte del gioco.
Anzi: la valorizza.

Perché?

  1. Perché solo chi può sbagliare, può anche creare.
  2. Perché solo chi non viene giudicato, riesce a esporsi davvero.
  3. Perché il fallimento, quando non fa paura, diventa una leva di apprendimento, connessione e fiducia.

E qui entra in gioco il tuo lavoro, il mio, il nostro.

Team building e benessere aziendale: il vero terreno per fallire (bene)

Il team building non è solo “un’attività carina”.
È un contesto protetto, uno spazio pensato per far emergere dinamiche vere, provare cose nuove, sbagliare senza conseguenze, e scoprire che sbagliare insieme… è un’occasione di potere.

Lo stesso vale per un percorso di benessere aziendale:

  • se non c’è cultura della fiducia,

  • se non c’è tempo per respirare,

  • se ogni caduta viene letta come “non sei adatto”…

…allora non stai costruendo nulla.
Stai solo performando l’illusione di un gruppo che funziona.

In conclusione?

Il fallimento è esperienza solo se esiste uno spazio che lo accoglie.
Se vuoi un team che cresce, crea, collabora e risolve,
devi prima assicurarti che sappia fallire in sicurezza.

E quel tipo di spazio non nasce da solo.
Si crea. Si progetta. Si facilita.

È lì che entra il nostro lavoro.
Ed è lì che inizia il vero cambiamento.

Sei pronto ad investire nel fallimento?

Perché è lì che inizia tutto.
Dove il team sbaglia, lì può imparare.
Dove il gruppo si inceppa, lì può cambiare davvero.

Ma serve uno spazio sicuro, progettato con cura.
Serve qualcuno che sappia guidare senza giudicare.
Serve un’esperienza che trasformi la caduta in scoperta.

Se vuoi un team che crea, prima devi lasciarlo cadere. Ma bene.

🎯 Scopri come possiamo costruire insieme uno spazio dove il fallimento diventa crescita, fiducia e visione condivisa.

Negli USA fallire è quasi obbligatorio

About the author : Caterina Cambareri

Attivista dell’Identità | Mentore | Mindfulness Coach | Meditation Instructor | Mindset & Identity Specialist

Aiuto le persone a riscoprire chi sono davvero, eliminando blocchi e condizionamenti. Niente formule magiche, solo un lavoro profondo sull’identità, il mindset e la consapevolezza per trasformare la propria vita in modo autentico e duraturo.